Da “Poesie sparse”

Tu non sai

Amore, amore mio, tu non sai, tu,

che io sono là, nella scheggia del fulmine,

nell’urlo rauco del mare, nel sole

che risorge e che muore. Tu non sai

che sono là, nel canto nella gabbia

chiuso; nel canto, là, libero in cielo.

Tu, tu non sai che sono nel respiro

dell’aria, nel profumo di ogni fiore

che sboccia sol per sorridere al mondo.

Amore, amore mio, tu non sai, tu,

che ogni momento sei là, con la mano

calma sulla mia fronte. Tu non sai

che ogni momento sei là, con la voce

dolce parlando all’amaro mio cuore.

Tu non sai che sei là, vicina al mio

fianco, indicando la strada diritta

all’occhio mio cieco e al passo vagabondo.

Amore, amore mio, tu non sai, tu.

Ancora amore

Amore amore amore, ancora amore,

ancora, con il cuore grato, ancora

amore, ancora, ti offro, ti offro, donna.

Ancora d’amor parlo con le dita

di farfalla alla tua pelle, con gli occhi

agli occhi tuoi, col sorriso alla tua

mente. Poi, quando sarai sola, io dentro

di te sarò, donna, carezza e bacio;

poi, quando andrò, del mio passo compagna

sarai tu silenziosa, perché voce

loquace e muta avrò nell’universo,

dov’è granello l’esser nostro e il mio.

Amore, ancora, là, ti offrirò, donna.

Amo

Notte. Musica in sottofondo. Brividi,

fin nel midollo. Sei qui, ma lontana

sei, fuori dalla carne mia e dall’anima

scavate e vuote. Il tuo respiro è qui,

ma sulla curva della luna d’altra

galassia dormi tu cullata, mentre

io ti chiamo e ti cerco e non ti trovo

con questo occhio mio cieco e con la voce

meno d’un soffio. «Chi sono, chi sono?»

mi domando, «chi sono?». «Tu sol sei

solo un granello,» risponde profondo

e chiaro l’Universo. Tutto tremo

al verdetto; ma grido forte: «Amo! amo!»

 

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